Biografia:
Infanzia, studi ed arruolamento nella Regia Aeronautica
Fortunato Cesari nasce a Galatina in Via Sogliano; ragazzo tranquillo, riflessivo, determinato, affettuoso, è attratto sin da piccolo dalla vita militare (il padre Luigi aveva partecipato alla Prima guerra mondiale come ufficiale); dopo aver acquisito la licenza liceale a Galatina, frequenta l’università torinese per due anni. Entra nella Regia Aeronautica come Allievo Ufficiale di Complemento (04 novembre 1933), consegue il brevetto di pilota civile l’8 aprile dello stesso anno; è assegnato alla Scuola di pilotaggio e dopo 6 mesi prende il brevetto di pilota per il veicolo Ba.25 e successivamente per gli aerei A.300/6, C.R.20, Ansaldo AC.2, C.R.32 e nella sua permanenza in Africa prenderà l’abilitazione per pilotare i velivoli IMAM Ro.1 e IMAM Ro.37/bis. Viene nominato sottotenente (04 marzo 1933) e due mesi dopo viene assegnato al 21º Stormo Caccia Terrestre. Assegnato al reparto di Mirafiori (Torino) subisce un grave incidente di volo, in occasione del quale riesce a spegnere il motore prima che l’aereo, cadendo, provochi danno a persone e cose. A seguito delle conseguenze subite in tale incidente, viene congedato e poi richiamato in servizio all’aeroporto di Gorizia, in forza al 4º Stormo.
La missione in Africa Orientale e la morte
Il 25 gennaio 1936 s’imbarca a Napoli per l’Africa Orientale Italiana fermandosi nel campo di Neghelli; qui si distingue per l’audacia e le capacità di combattente. In terra di Africa, il pilota galatinese per le numerose azioni di guerra, per coraggio, spirito di sacrificio ed elevate qualità combattive, ottiene la promozione, per merito straordinario, a Sottotenente del Ruolo Permanente Effettivo. In Africa, infatti, in nove mesi compie ben 38 azioni militari nei campi di Neghelli, Mega, Allata, Irghelein, Meta Gafersa, Arerrò, Uacille, Uadarà e Regioni dei Laghi. Il comandante, generale Ettore Faccenda, invia il sottotenente pilota Fortunato Cesari e il tenente osservatore Gaetano Devitofrancesco (è errato il cognome riportato dalla stampa del tempo come De Vito) ad aiutare le truppe della colonna Geloso dirette al centro di Gimma (allora contava circa 5.000 abitanti). I due ufficiali partono alle ore 9 dell’8 novembre 1936 con un velivolo Ro.37. Riportiamo per intero la notizia della loro morte pubblicata sulla copertina, disegnata da Vittorio Pisani, del Supplemento illustrato de “La Tribuna illustrata“, Anno XLV – N. 2 – 10 gennaio 1937: “L’eroica fine di due aviatori costretti ad atterrare tra i predoni – Un apparecchio con due ufficiali, che accompagnava la marcia della colonna Geloso nel Gimma, per cause imprecisate era costretto a scendere fra i predoni in agguato. Il tenente osservatore Gaetano De Vito, deciso a vendere cara la propria vita, cominciava subito, prima ancora di toccare terra, ad azionare la mitragliatrice, seminando così la morte tra i selvaggi pronti al massacro”. L’aereo atterrava fra i predoni, e nell’impatto l’osservatore veniva sbalzato giù dal velivolo: “Fortunato Cesari, lui pure ferito, si alzava e correva verso il compagno. La turba feroce avanzava urlando verso gli aviatori. Calmo, risoluto, il Cesari impugnava la rivoltella e mirando con freddezza, sparava tutti i colpi del caricatore fino a quando, crivellato di proiettili, stramazzava sul compagno. Alla memoria dei due Caduti è stata concessa la medaglia d’oro. I due ufficiali cadono da eroi nei pressi del lago Auasa a Radama (Etiopia). I frammenti dei loro corpi e di alcuni pezzi dell’aereo vengono recuperati dalla colonna Geloso e successivamente vengono disposti in un piccolo monumento ai piedi dell’alzabandiera del campo di Irgalem.
Medaglia d’oro
Il 4 aprile 1937 nel campo dell’Aeroporto di Ciampino a Roma gli viene assegnata la Medaglia d’oro al valor militare con questa motivazione: “Ardito pilota da ricognizione strategica, costretto ad atterrare fra nuclei ribelli durante un volo di ricognizione a grande raggio, riusciva, nonostante ferito nel violento rovesciamento dell’apparecchio, a rimettersi in piedi per correre in difesa dell’Osservatore proiettato lontano in gravi condizioni. Solo, contro la turba selvaggia dei ribelli, difendeva strenuamente col fuoco il compagno esamine, fino a quando, crivellato dai proiettili, cadeva, dividendo con lui la gloria del martirio. Magnifico esponente delle più alte virtù della razza”.
Galatina, gli ha intitolato: una Piazza con una lapide commemorativa, una lapide nella Società Operaia; inoltre l’aeroporto militare di Galatina, dove ha sede il 61º Stormo, è a lui intitolato.
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